Sei storie d’amore

Sei storie d’amore

di Giovanni Choukadarian

Come in una celebre réclame di qualche anno fa, l’unica cosa storta in questo libro è l’etichetta, cioè il titolo. Ma come Pioggia dorata? Intanto, a cercarlo sul web, è preceduto da un sacco di link che parlano, diremo, d’attività diverse dalla lettura. E poi, suvvia, una raccolta di racconti con un’intestazione del genere fa pensare subito all’ennesima compilazione di scene di seduzione scritte con chi sa quale intensità da chi sa quanto disinibita giovanotta.

Non è così; e qui aiuta il sottotitolo, che parla di Sei storie amare. Vero, nella scrittura di Elena Bibolotti, attrice, scrittrice e consulente editoriale, si trova l’amarezza di una donna nel fiore della maturità, che deve avere vissuto molto e sempre a velocità piuttosto sostenuta. Da qui l’amarezza, e anche la conoscenza del sentimento che davvero “move il cielo e l’altre stelle”, cioè l’amore.

In questi sei racconti di media lunghezza si narra soprattutto l’amore. La declinazione scelta è, in apparenza, quella del sesso: che infatti compare, con bella proprietà lessicale e migliore discrezione (insomma, ce n’è un pochino, ma non troppo). Quel che, però, interpella Bibolotti sono i modi e le maniere con cui due persone s’incontrano, si amano e si lasciano.

Con una scrittura che è insieme veloce ed esatta, l’autrice inventa personaggi memorabili (il migliore di tutti, occorre dirlo, è il culo di Marisa, che intitola il quarto racconto. Oltre all’oggetto in causa, quelle 35 pagine drammatiche buffe sarcastiche meriterebbero l’inserimento nei due volumi della Pléiade sulla letteratura libertina francese del XVII secolo) e inventa vicende nelle quali a taluno capiterà riconoscersi; laddove altri, che sono forse i più, rimpiangeranno di non averle mai vissute.

Italo Calvino, giovane editor Einaudi, chiedeva ai manoscritti che avessero una lingua, una struttura e che facessero vedere cose, se possibile nuove. Questi racconti soddisfano appieno la richiesta, e molto li si consiglia.

(Recensione tratta da “La rivista intelligente”)