Il ladro di istanti: tre generazioni a confronto

Il ladro di istanti: tre generazioni a confronto

Recensione di Carmen Alfano (Eroica Fenice)

 

Non il primo libro dell’autrice che, per la stessa casa editrice ha già pubblicato Il blu l’albero e a capolibro che ritroviamo in una posizione di rilievo nel nuovo romanzo della Loschiavo, fatto di vite che si intrecciano fino a comporre un disegno evidente solo alla fine del romanzo, quando tutti i punti saranno stati ricongiunti.

Paola, Isabel e Elda sono le tre protagoniste, specchio di tre generazioni differenti; tre personalità forti e decise, ognuna porta con sé il proprio bagaglio e lo presenta così com’è al lettore.

Il ladro di istanti, il romanzo

Paola ha aperto una bottega piena di essenze e sapori, nella quale gli odori che precedono l’esperienza sono capaci di rasserenare e pacificare chiunque vi entri, eppure quando la incontriamo sembra essere inquieta e sfuggente; le sue preoccupazioni le si sono annodate insieme facendosi corpo; deve asportarle, ma la paura sembra avere la meglio.

Così Isabel, sua figlia, in quella tipica fase adolescenziale in cui l’unica via possibile sembra essere sempre la fuga, trova riparo a casa di Elda, una professoressa un tempo appassionata, ma che sembra essersi arresa alla vita. Spesso però, quello che può sembrare una resa è in realtà l’attesa di qualcosa di migliore, che neanche sapevamo di volere, e così l’entrare in contatto per queste esistenze provoca spostamenti e mette felicemente in crisi equilibri apparentemente immutabili.  

L’alternarsi dei punti di vista delle protagoniste cede il passo anche a due uomini: Stefano, un fotografo, ladro di istanti per passione, chirurgo di professione, e Marcello, ex marito di Paola, l’uno l’antagonista quasi invisibile dell’altro.

Interessante è lo scambio di voci che si alternano nel romanzo; entrare nelle vite dei differenti protagonisti, guardando attraverso i loro occhi e vivendo le sensazioni di ognuno, dà come l’impressione di essere lì con loro, di partecipare alle vite di ognuno.

Una storia di avvicinamento e contatto che passa necessariamente per il distacco, per la lontananza. Spesso è proprio la fuga a permettere ai protagonisti di ricongiungersi: è poi nel ritorno che ci si ritrova interi, e ci si può concedere la reciproca compagnia.

Paola dovrà infine scegliere tra la paura e la vita, e Elda infine imparerà a ritagliare un po’ di spazio nella sua solitudine anche per qualcun altro? Isabel smetterà di fuggire?

Interessante anche l’espediente del libro nel libro; il diario di Paola, scritto prima ancora che Isabel venisse concepita fino alla sua nascita, intriso di tutte le sue tenere sensazioni, paura e gioie, permette a sua figlia di avvicinarsi al passato e quindi di comprenderlo. Ricostruire un passato del quale nulla si conosce è la chiave per riuscire a reinterpretare un presente incomprensibile e difficile da accettare.

Ed è sempre la parola scritta a ricucire rapporti; quel libro che per tanti anni Elda aveva lasciato sul comodino, ultimo lascito del suo primo amore, può finalmente essere la spinta per ripartire.

Una collisione di solitudini, che solo nell’incontro e nello scambio reciproco possono continuare a muoversi, a vivere, concedendosi uno spazio d’insieme, pur mantenendo il proprio.

Ogni fuga prima o poi si arresta, e alla fine conta solo chi era insieme a te durante la corsa.

Un libro coinvolgente che ci ricorda che ogni vita può rinascere, anche se per vincere è necessario prima perdere.