Lo Svagato: quando musica, Steve Jobs e satira riflettono sul genere umano

Lo Svagato: quando musica, Steve Jobs e satira riflettono sul genere umano

di Maria Enza GIANNETTO
(recensione tratta da La Sicilia del 24 settembre 2020)

Se Voltaire fosse vissuto ai giorni d’oggi, probabilmente anche uno dei suoi romanzi e racconti filosofici si sarebbe ispirato proprio all’uomo contemporaneo così irretito e soggiogato dalla tecnologia. Tra satira, racconto e filosofia, il libro Lo Svagato – breve storia dell’involuzione dell’uomo della scrittrice e musicologa catanese Lina Maria Ugolini sembra proprio un’opera morale che, tra sarcasmo e riflessione, avvia un’importante considerazione sul genere umano degli anni 2000. “Si tratta – spiega l’autrice – di un divertissement surreale in cui, attraverso la scrittura ma sempre con la musica come linea guida, mi sono divertita a inventare una sorta di coreografia sintattica di una suite paradossale dedicata all’estinzione dei cinque sensi umani”.

Un saggio in versione racconto in cui il protagonista John Pin Kong, un cinoamericano ispirato, neanche così velatamente, a Steve Jobs, programma la distruzione del genere umano lavorando su olfatto, gusto, tatto, udito, vista, per allargarne la percezione ma di fatto distruggendone l’utilità. “In pratica – aggiunge la scrittrice – i punti di forza di questo millennio telematico, che ci vede tutti connessi e dipendenti da computer mobili e intelligenti sui quali usare il touch, gli auricolari, i messaggi vocali, diventano la nostra stessa condanna. Insomma, ci divincoliamo tra invenzioni concepite per facilitare e sveltire sempre più il tempo dei nostri giorni e consegnarlo al bisogno e alla dipendenza di un immanente svago a un’eterna labilità”.

Tra racconti e satira, il libro si articola come un viaggio satirico e sociologico nell’evoluzione/involuzione dell’uomo attraverso secoli di scoperte e invenzioni, in un cammino che lo ha portato ovunque nel pianeta e oltre, per poi finire annegato negli abissi della rete. Lina Maria Ugolini, però, non si pone come fustigatrice dei vizi della società. Attraverso racconti ironici e divertenti, rende Lo Svagato un’opera che, pur denunciando l’attuale deriva del mondo, indica una speranza per il futuro.

“Non tutto però è perduto per il genere umano”, sembra leggersi fra le righe. In tipico stile illuminista, periodo tanto amato dall’autrice che ha sempre avuto una predilezione per il Secolo dei Lumi e per la vittoria della ragione sulla perdita del senno, Lina Maria Ugolini cosparge i racconti di appigli per il risveglio dal torpore e per affrontare questa decadenza, prendendo persino spunto dal Coronavirus.

“Avevo scritto il libro due anni fa – racconta la scrittrice – e la pubblicazione era prevista proprio per la fine di febbraio 2020, appena prima del lockdown. Una volta bloccato, a giugno, ho sentito l’editore perché ho avvertito la necessità di rivedere alcuni contenuti, proprio alla luce di quello che è successo e di questa pandemia che ci ha messi tutti di fronte alle nostre fragilità, facendoci riconsiderare le nostre priorità. Purtroppo, questo virus ha scatenato tante paure, ma è sempre possibile vedere la luce oltre il buio. In fondo, l’uomo contemporaneo può ancora risvegliarsi”.

Il libro si snoda tra storie surreali, morale e satira, attraverso un vero e proprio caleidoscopio di stili e pensieri, premonizioni e riflessioni storiche. Il tutto avviene come in una partitura musicale. E non poteva essere altrimenti per Lina Maria Ugolini che, figlia e nipote d’arte, cresciuta tra musica e letteratura, ha fatto della sua vita un percorso artistico-musicale in costante equilibrio tra le sette note (è titolare della cattedra Analisi delle forme poetiche e Drammaturgia musicale presso il Conservatorio “Antonio Vivaldi” di Alessandria) e la scrittura di romanzi, manuali, poesie e drammaturgie.