Leggere a Pasqua è altamente facoltativo (ma sorprendentemente soddisfacente)
Vacanze di Pasqua. Finalmente il tempo di fare tutto quello che desideri: dormire, mangiare cioccolato senza sensi di colpa, litigare sulla colomba con canditi o senza, dimenticare cosa significhi “inviare con urgenza”.
Hai un’agenda vuota e un pigiama che scalpita. Ottimo.
Poi, tra una fetta di pastiera e una passeggiata digestiva, capita l’impensabile: un libro ti guarda. È lì, sul tavolino. Fermo, tranquillo, non suona, non vibra, non notifica nulla. Semplicemente esiste.
A quel punto puoi fare due cose:
1) Ignorarlo. È vacanza, non hai bisogno di niente che assomigli vagamente a un’attività cerebrale.
2) Aprirlo. E vedere che succede.
Spoiler: potrebbe sorprenderti.
Nessuno dice che devi leggere.
Ma che scherziamo?! Ci mancherebbe. Hai tutto il diritto di passare tre giorni a guardare il soffitto o cercare le uova nel giardino anche se non ci sono bambini (che sono scappati via con le uova). Però leggere in vacanza è quella cosa che non ti aspetti, e che finisce per piacerti più di quanto ammetteresti in pubblico.
Leggere non migliora la persona, migliora la giornata.
Metti che fuori piove a dirotto, metti che sei in coda in autostrada e inizi a pensare che l’unica tua Pasqua sarà risorgere da quattro chilometri di coda… Un libro è lì (ma come ci è finito?!). Ti tira fuori. Ti distrae. Ti intrattiene. A volte ti fa pure ridere (per non piangere della coda).
Tutto questo, ovunque tu sia, senza mai chiederti nulla, se non concederti un piccolo lusso: leggere. E non perché tu sia un intellettuale. O magari sì, per carità. Il fatto è che la lettura è un tempo che crea ricchezza senza obbligare a fare niente di produttivo.
E ditemi ora se questo non è un lusso!
Leggere ti cambia la vita? No. Fa molto di più…
E quindi magari, nei prossimi giorni, tra un pranzo di Pasqua e una passeggiata post-siesta, potrebbe pure venirti voglia di aprire un romanzo. Senza stress, senza aspettative. Solo per vedere dove ti porta.
Se ti serve l’occasione, noi ci mettiamo il catalogo. Tu porta la curiosità (e, volendo, anche la colomba. O le uova, se sei riuscito ad acchiappare i bambini).