Bari: l’Elena di Savoia ospita Valeria Patruno
Sabato 24 alle ore 11 presso la sala convegni dell’ITS Elena di Savoia, via Caldarola Bari, conferenza didattica divulgativa “3 luci sui diritti umani ed educazione alla cittadinanza”. Anna Dammicco, docente di matematica e fisica dell’istituto e madrina dell’evento, presenterà l’ospite d’onore, la scrittrice Valeria Patruno, impegnata da oltre 15 anni nella cooperazione internazionale e con l’OMS, autrice del libro “La macchina per cucire. Viaggio nelle periferie dei diritti” Giazira edizioni. Obiettivo dell’incontro è promuovere quell’attività educativa continuativa che si sviluppa lungo 2 direttrici principali: “Educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani” e “Educazione globale”. Curiosità suscita quel 3 nel titolo della presentazione. Tre come trinità per i cristiani, trimurti per gli induisti, triangolo e numero perfetto per i pitagorici, tre e i sui multipli nella Divina Commedia, tre i viaggi nei riti iniziatici, tre come le virtù teologali, ma forse più semplicemente quel 3 rappresenta la cultura, l’esperienza e la conoscenza, tre mete raggiungibili solo con umiltà, conquista e consapevolezza cioè la ferma determinazione di essere di aiuto al prossimo. Sarà Valeria Patruno a soddisfare la curiosità dei partecipanti.
L’Educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani costituisce l’insieme delle pratiche e delle attività, indicate dal Consiglio d’Europa, destinate a educare i giovani e gli adulti a svolgere un ruolo attivo nella vita civile democratica esercitando i loro diritti e responsabilità all’interno dei contesti sociali in cui sono inseriti. L’Educazione globale, invece, è una forma educativa per avviare le persone alle realtà del mondo globalizzato con la finalità di affermare giustizia, equità e diritti umani per tutti. Cultura e conoscenza per implementare nella società gli elementi valoriali che pace e diritto determinano.
Singolare è il modo di viaggiare di Valeria Patruno. Il viaggio è la sua vita, vissuta come impegno sociale a favore degli ultimi nelle periferie e il libro è testimonianza di ricchezza per contenuti e particolari, amore per gli altri. E’ la figura della nonna, sarta, che attraverso ago, filo e macchina unisce le stoffe, gli elementi che danno origine a protezione, eleganza, civiltà e dignità, a ispirarla. La scrittrice parte dalla nonna per giungere a tutte le popolazioni da lei incontrate in quindici anni di attività svolta per le Nazioni Unite, dopo la laurea in Scienze Politiche. Con l’umiltà che la contraddistingue, efficace terreno di coltura per conoscenza e determinazione, forte dell’esperienza acquisita nelle periferie delle città in Mozambico, Kosovo e Birmania, Valeria Patruno condivide con gli interlocutori, a volte tanto diversi per razza, religione, opinione e genere, la necessità della consapevolezza di sé e della preziosità delle conquiste ereditate in termini di diritti inalienabili. Un paradigma che non ammette scuse, indifferenza ed egoismi. Mozambico come Italia, oltraggio a latitudini estreme come oltraggio a casa nostra, diritto negato all’altro, anche se diverso, diventa diritto negato a te stesso. L’opulento occidente tutto preso dall’arricchimento personale non è diverso dalla periferia di una città dell’Asia: lo sfruttamento minorile, il caporalato, il neo colonialismo cinese sull’Africa, l’imperialismo sempre presente, la sopraffazione di chi si sente lupo sull’agnello, sono piaghe che una società che si concede l’etichetta di civile non deve ammettere.
Il valore comunicativo della metafora della tessitura, manuale o meccanica è molto azzeccato. Esiste sempre un filo che porta alla luce: il filo dato da Arianna permette a Teseo di uccidere il Minotauro e uscire dal buio del labirinto, il ragno crea con il suo filo la tela, Penelope tesse con il suo telaio i fili per creare quell’arazzo che le permette di attendere Ulisse, nel nostro Sud il ricamo abbelliva il corredo della sposa o gli abiti dei bambini, la sarta con la sua macchina per cucire rende il lavoro più leggero, rapido ed esatto, permettendo quella molteplicità che valorizza la bellezza e regala eleganza. Un “fil rouge” unisce la trama della vita dell’uomo, fili visibili o invisibili diventano mezzi di comunicazione in biologia, nervi, messaggi dal DNA al RNA, ormoni, mediatori chimici intersinaptici, permettono il “dialogo” tra organi, cellule e strutture subcellulari. Le valanghe di dati, i bit, viaggiano a grandi velocità nella rete e permettono, se ben utilizzate, progresso e benessere che non dovrà essere appannaggio di pochi eletti ma dell’intero genere umano. Dai diritti il passaggio all’etica diventa naturale: etica della pace, dei diritti e dell’inclusione, valore aggiunto nel lavoro, educazione, giustizia, salute e benessere. Questa è la formazione educativa e culturale che ci piace, a casa nostra, senza spese o disagi aggiunti. Ai docenti e ai dirigenti scolastici illuminati il nostro grazie.
Articolo tratto da Il corriere nazionale