Pamela Barba: la fotografia che dà voce a una terra

Pamela Barba: la fotografia che dà voce a una terra

Esiste una fotografia che si adegua agli standard dell’oggi, e forse sarebbe perfino azzardato definire “fotografia” quella che partecipa al compulsivo accumulo Social di immagini, impegnata a immortalare momenti di intimità, vita quotidiana, che hanno ben poco di “sociale”.

Esiste però un altro tipo di fotografia: quella che sì ritrae l’intimità e la vita quotidiana, ma lo fa con l’obiettivo di raccontare, far riflettere, trasformare una storia in nucleo di dibattito. Se poi il quotidiano fotografato ha a che fare col destino di un territorio, delle sue comunità, delle prospettive che animano i protagonisti, allora la fotografia cessa di essere un semplice scatto, e diventa icona politica e civile, strumento di militanza. Caratteristiche, queste ultime, che si ritrovano nel lavoro della fotoreporter Pamela Barba, autrice del libro inchiesta “È arrivato l’autunno”. Protagonista del lavoro è appunto una terra, la Puglia, flagellata a partire dal Salento dal batterio Xylella. Protagonista è il drammatico fenomeno che negli anni ha sterminato milioni di ulivi, mettendo in ginocchio intere economie e comunità, provocando dibattiti che, dalla politica agli attivisti, fino a semplici rappresentanti della società civile, pare abbiano portato più confusione che soluzioni, più rancore che solidarietà.

È in queste crepe che si inserisce il lavoro della Barba, che sin dall’inizio si è data l’obiettivo di raccogliere voci (anche contrastanti fra loro) per offrire al pubblico una visione il più possibile completa (e complessa) di un problema che troppo spesso è stato semplificato, banalizzato e sacrificato sull’altare del consenso e della compiacenza.

“È arrivato l’autunno”, dunque, raccoglie le testimonianze di frantoiani, imprenditori, rappresentanti di categoria, professionisti del settore agrario e ricercatori, ognuno dei quali spiega un punto di vista, un’esperienza, una riflessione sull’emergenza Xylella. Ne emerge un risultato (impreziosito anche da un video documentario) che ha il pregio di mettere da parte la retorica, le facili conclusioni, e offre al lettore diverse prospettive dalle quali poter riflettere.

“È arrivato l’autunno” è un libro destinato non solo a chi è stato direttamente colpito dal batterio, ma a tutti coloro che hanno a cuore le battaglie civili. È un libro che fa da stimolo al mondo politico (affinchè si svegli dal torpore del consenso a tutti i costi) e al cittadino, perché comprenda la forza di una comunità e delle sue idee, inutili se rimangono pensieri isolati, determinanti se si fanno spirito condiviso.